Gli appuntamenti annuali, che ormai si ripetono in maniera continuativa dal 1992, hanno riportato la poesia estemporanea all'attenzione di chi già la conosceva ricreando una occasione legata all'usanza poetica dell'ottava rima e allo stesso tempo hanno finito per dare nuovo impulso a questo genere della comunicazione tradizionale.
Con la poesia estemporanea siamo in presenza di un mondo complesso che, raccogliendo la sfida della modernità, ha saputo mantenere le regole compositive dell'ottava e i suoi ritmi comunicativi.
A Ribolla sono rispettati i caratteri formali dell'improvvisazione: è il pubblico che propone i "contrasti a tema" e frequentemente, conoscendo i poeti, indica da chi vorrebbe sentirli sviluppare.
La creatività e la fantasia fanno parte della regola. Il poeta deve risolvere un'ottava con grande rapidità riuscendo a comunicare "qualcosa di speciale" che prima ancora del significato deve farsi apprezzare per la "sveltezza" a rispondere.
La rapidità dei poeti nel cantare le loro ottave comunica veramente "qualcosa di speciale" che fa dell'estemporanea un fatto eccezionale e consente di stare ad ascoltare-vedere con modalità ben poco riconducibili e riducibili a luoghi, tempi e modi del consumismo.
La nenia del canto mono-tono usata dai poeti, se riascoltata o letta anche da una sbobinatura fedele, non restituisce le atmosfere percepibili nel momento dell'agire poetico attraverso la gestualità, lo scatto vocale, l'immediatezza del rispondere.
Nel "contrasto" può capitare di tutto poiché per quanto ogni poeta possa essersi preparato ad affrontare la costruzione metrica e il ritmo dell'ottava rima, nello sviluppo degli argomenti deve tenere conto delle regole imposte dalla poesia a braccio che interagiscono con quanto accade al momento.
In questo modo la figura dell'improvvisatore ha continuato a rappresentare l'anello di congiunzione fra le varie espressioni tradizionali e il mondo moderno.
Nei decenni passati l'esercizio del canto improvvisato ha avuto spazio di rappresentazione attraverso le "riunioni" dei poeti i quali venivano convocati in luoghi pubblici quali bar, trattorie, dopolavoro, sale da ballo o teatri, ma anche nei poderi e nelle piazze di paese per offrire la loro arte e per soddisfare le richieste del pubblico presente.
Ribolla è forse l'ultimo baluardo di questa usanza.
Cantare all'improvviso, lo abbiamo detto, non è come leggere un testo. La parola accompagnata dalla melodia suscita immagini, solletica l'intelligenza rappresentando il movimento di una idea che induce all'ascolto e alla partecipazione.
Riuscire a portare in questo nuovo millennio la poesia estemporanea è stata la scommessa che si è giocata a Ribolla che piano piano ha fatto crescere le attenzioni sull'improvvisazione in metro e si cominciano a vedere i primi risultati con l'adesione, anche all'iniziativa di quest'anno, di qualche giovane poeta: Enrico Rustici, Gianni Ciolli, Bruno Tuccio.
Insieme a loro ci saranno poeti già noti per la loro attività come i toscani Benito Mastacchini, Niccolino Grassi, Altamate Logli, Lio Banchi, Luigi Staccioli, Nello Landi, Realdo Tonti, Azelio Puleri, Ivo Mafucci, Elino Rossi, Umberto Lozzi e i laziali Ezio Bruni e Maurizio Abbaffati.
L'iniziativa sarà presentata da Corrado Barontini e Alessandro Bencistà, due studiosi della poesia estemporanea; interverrà inoltre il Prof. Antonello Ricci di Viterbo.